Assenzio il mito intramontabile della Fata Verde
Dopo un passato di lunghi anni di proibizionismo è tornato, nei locali trendy internazionali, il mitico assenzio, con tutto il suo fascino bohémien, col suo verde ammiccante, il suo intenso sapore e soprattutto con il particolare modo di essere servito: un vero rito per gli estimatori.
Un’origine leggendaria
La storia dell’assenzio ha tutte le doti per entrare nel mito, da quando il maggior Dubied, commerciante di pizzi, ne acquistò la formula per ricavare un elisir da somministrare ai malati che sua madre curava nel paese di Couvet, in Svizzera.
Il maggior Dubied non conosceva nulla della distillazione, ma fondò una società con un giovanotto, che lavorava col padre distillatore, che si chiamava Henri-Louis Pernod, e doveva in seguito diventare famoso nel mondo dell’assenzio e il capostipite di una dinastia di distillatori.
La prima distilleria d’assenzio nacque così a Couvet, nel 1798, la DUBIED PÈRE & FILS.
Il successo di questo distillato fu immediato e i consumatori diventarono sempre più numerosi, tanto che il piccolo laboratorio non bastò più e così Pernod sciolse la società e fondò, nel 1805 a Doubs la sua distilleria, situata in Francia così da per poter evitare e sovrattasse sull’alcool importato, andando a conquistare la zona francese adiacente al confine.
Per 25 anni l’assenzio, venne prodotto e consumato prevalentemente nelle zone d’origine delle piante occorrenti alla sua distillazione, sul confine franco-svizzero.
L’espansione del consumo d’assenzio avvenne durante la conquista dell’Algeria, nel 1830, poiché ogni soldato nel suo equipaggiamento ne aveva una bottiglietta ed era ritenuto un ottimo rimedio contro la malaria e la dissenteria.
Dal deserto africano ai boulevards parigini il passo fu breve.
Gli ufficiali, ritornati vincitori, erano soliti ritrovarsi al café Helder situato lungo il boulevard des Italiens o al café Madrid di Montmartre e ne diffusero l’uso anche tra i borghesi.
Così dalla Svizzera, attraverso l’ Algeria l’assenzio divenne la bevanda preferita dai parigini e, in tutti i café, si cominciò a servirlo dalle 17 alle 19, denominando questo momento come l’ora verde dei boulevards.
Gli artefici del Mito
Chi furono gli artefici del mito della fatina verde?
Senz’altro tutti quegli artisti e letterati, da Verlaine a Rimbaud, da Lautrec a Degas e a tutti gli impressionisti dell’epoca, che dalla seconda metà dell’800 diedero vita al movimento bohèmien, assidui frequentatori dei numerosi bistrot, dove trovavano l’ispirazione per la loro arte.
“L’assenzio” è un dipinto realizzato nel 1876 dal pittore Edgar Degas.
L’assenzio, bevanda nazionale francese
Dato le numerose distillerie, censite verso la fine dell’800, e l’apporto economico che da esse derivava, sia per la produzione che per il consumo, l’acqua verde poteva essere dichiarata ufficialmente bevanda nazionale francese.
La distillazione dell’assenzio era divenuta un’impresa talmente florida da dare lavoro a migliaia di persone, tanto che nella regione di Pontarlier, tutta l’economia gravitava attorno all’assenzio, dalla coltivazione delle piante, alla essiccazione ed infine alla produzione del liquore verde.
Nel 1909, il consumo dell’assenzio raggiunse numeri strepitosi, per quei tempi.
Si calcola uno smercio di 480.000 bottiglie l’anno e la città col numero maggiore di consumatori fu Marsiglia con i suoi 3 litri di liquore annuo pro capite.
Numerose distillerie iniziarono a fare pubblicità con manifesti artistici,ed è curioso che visionandoli, i concetti per far presa sul pubblico siano gli stessi di tempi più moderni: il successo sociale e l’erotismo femminile.
L’Assenzio e le donne
Le donne, che fino a quel momento si erano accontentate di sorbire dei “piccoli liquori per signore”, vennero subito affascinate dall’assenzio e nel suo consumo individuarono un segno della loro emancipazione femminile.
L’assenzio possedeva tutte le qualità per affascinare le signore e confermare il suo successo: il sapore nuovo di piante con la dominante di anice che persiste a lungo, l’acqua fresca e leggermente zuccherata per smorzare la forza dell’alcol e infine il modo in cui si prepara: una raffinata cerimonia, un rito sociale per eccellenza, un piacere visivo ed olfattivo e la ricompensa é il piacere gustativo per chi si appresta poi a sorseggiarlo.
L’assenzio non era solo una consumazione da café, ma incominciò a far parte del corredo da tavola delle famiglie borghesi, con i suoi bicchieri in cristallo, i cucchiaini d’argento e le raffinate caraffe per l’acqua.
Ma la fata diventa strega…
Il consumo dell’assenzio, sempre più in crescita, purtroppo, aumentò il numero degli alcolizzati e proprio ad esso si imputarono i numerosi casi di malattie nervose, la crescita della tubercolosi, piaga di quel tempo, il dilagare della criminalità e persino il rallentamento della crescita demografica.
Ma a turbare l’opinione pubblica furono anche i quadri di aalcuni grandi maestri dell’impressionismo, come Manet coi suoi “Bevitori d’assenzio”, o Degas con la rappresentazione di personaggi inebetiti dal troppo consumo d’alcool (che a quei tempi significava assenzio) così esso gradatamente venne associato alla follia, ed alla morte.
Le aziende viticultrici che con la crescita delle distillerie e il forte consumo di assenzio, avevano risentito di una certa crisi economica, si unirono e cominciarono, anche loro a protestare contro l’assenzio.
Il governo, comunque, temporeggiò nell’emanare una legge proibizionista, perché gli introiti erariali di tale bevanda raggiungevano la ragguardevole cifra di 45 milioni di franchi d’oro, per cui vennero emanate delle leggi “salva qualità”obbligando, per esempio, i distillatori ad usare solo alcool proveniente dalla distillazione dell’uva, cercando così di tamponare la crisi aperta nel mercato vinicolo.
Agli inizi della grande guerra, il governo cominciò col promulgare leggi sempre più restrittive sulla produzione e la vendita dell’assenzio, finché il 16 marzo 1915, esso fu definitivamente bandito dalla Francia, che fu anche l’ultimo paese a prendere questo provvedimento, poiché già 1906 e il 1910 la Svizzera, in primis, e altri paesi ne avevano già decretato la proibizione.
Il tempo della nostalgia
L’assenzio venne messo fuori legge, non si produsse più, ma non scomparve dall’immaginario collettivo e soprattutto da quello cinematografico.
Sin dal 1932 possiamo citare film dove il coreografico modo di versare l’assenzio é il protagonista in alcuni fotogrammi.
Ricordiamo solo gli ultimi tre film di successo, fautori della nuova moda e richiesta di assenzio:
“La vera storia di Jack lo squartatore” con Johnny Deep
“ Dracula di Bram Stoker” per la regia di Francis Ford Coppola, interpretato da Winona Ryder e dal seducente “vampiro” Gary Oldman del 1990
“ Le Moulin Rouge” pluripremiato musical, interpretato da Nicole Kidman e da Ewan McGregor
L’assenzio divenne protagonista, in anni più recenti, anche in un video clip musicale dei Bluvertigo che si può vedere su you tube dal titolo L’Assenzio.
Ma cos’è l’assenzio ?
È un aperitivo d’anice che si beve allungato con acqua fresca versata sopra una zolletta di zucchero. L’assenzio é l’antenato di tutti quei liquori a base di anice come il pastis, il cui mito e mistero é legato agli ambienti intellettuali e culturali che si svilupparono intorno al suo proibizionismo, per alcuni fata per altri una strega.
L’ assenzio, ottenuto per distillazione dalla pianta, é un alcool non zuccherato.
Per distillarne il liquore servono, inoltre, diverse altre piante , finocchio, anice verde e anice stellato, che nella giusta combinazione apportano un insieme gradevole e caratteristico.
Per ottenere l’assenzio, si possono seguire due metodi di estrazione:
– per distillazione delle piante aromatiche precedentemente messe a macerare nell’alcool, perché l’amarognolo e l’acidità scompaiono con questo metodo, l’aggiunta di zucchero serve solo per esaltare il bouquet del liquore e non per aumentarne il tasso alcolico.
– per aggiunta di essenze di piante all’alcool.
La pianta
Varietà d’artemisia, la pianta d’assenzio é un’erbacea che può raggiungere il metro d’altezza dalle foglie frastagliate e setose, i fiori di color giallo si aprono tra luglio e settembre. Il profumo dell’assenzio fresco é molto aromatico mentre dopo l’essiccazione prevalgono le note amare.
Conosciuta fin dal tempo di Ippocrate, l’assenzio é una pianta medicinale dalle numerose proprietà ritenute curative.
Ma come si beve l’Assenzio ?
- La preparazione flambé, come la si è vista nei film, è nata come moda, una fantasia, volta ad accrescere il fascino della bevanda, ma non ha nessun fondamento storico; anzi “l’effetto speciale” ne rovina decisamente il gusto.
Una grande passione
Sono molti gli appassionati che collezionano etichette, vecchie bottiglie e oggetti specifici per il consumo come: cucchiaini, bicchieri e caraffe
Molto ricercati dai collezionisti anche le affascinanti affiches d’epoca
Per chi non si limita a raccogliere ricordi e oggetti storici c’è un’associazione dedicata ad approfondire la conoscenza di questa affascinante bevanda:
Asociazione Italiana per la tutela dell’assenzio
In Val de Travers, nel Canton Neuchâtel, c’è il Museo dell’assenzio di Môtiers, che offre una panoramica sulla storia della “fata verde” e sui suoi misteri.
Museo dell’assenzio – Svizzera
Pubblicato da Dammiundrink.it
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