Mixology il futuro è nelle fiere?
Fiere di Parma rafforza la sua posizione di leadership nel settore food&beverage attraverso due operazioni chiave: l’integrazione dell’evento milanese Mixology Experience e la recente partnership con Roma Bar Show, puntando alla leadership in un settore che globalmente vale 1.800 miliardi di euro.
La società fieristica parmense, a fine novembre, è entrata nel capitale di Roma Bar Show, manifestazione di rilievo nel mercato italiano degli spirits.
In precedenza, a fine ottobre, Fiere di Parma aveva già definito una partnership con Mixology Experience, evento milanese, che dal prossima edizione si terrà all’interno di TuttoFood 2025, in programma dal 5 all’8 maggio 2025 presso Fiera Milano Rho.
“Queste operazioni segnano l’ingresso nell’era di TuttoFood & Beverage, -ha dichiarato Antonio Cellie, CEO di Fiere di Parma– offrendo ai visitatori professionali il meglio dell’offerta internazionale di cibi e bevande, sia in fiera che in città con la TuttoFood&Beverage Week“.
La sinergia tra Roma, Milano e Parma crea così un ecosistema fieristico integrato, dove il mondo food incontra quello del beverage in un contesto internazionale. TuttoFood avrà quindi un padiglione “beverage” che ospiterà masterclass, seminari e concorsi, mentre Roma Bar Show si prepara a rafforzare la sua posizione come evento di riferimento internazionale del settore spirits.
Andrea Fofi, CEO di Roma Bar Show, ha sottolineato come questa partnership “posizionerà Roma quale protagonista del settore nei prossimi anni”, mentre Luca Pirola porta la sua expertise con Mixology Experience per sviluppare il segmento Spirits&Mixology nell’ambito beverage di TuttoFood.
Questo sviluppo nel panorama fieristico italiano è particolarmente significativo
L’integrazione di Roma Bar Show e Mixology Experience nelle strategie di Fiere di Parma rappresenta un cambio di modello interessante per l’industria degli spirits.
L’integrazione di questi due eventi all’interno di un sistema fieristico evidenzia un trend di consolidamento che offre agli operatori del settore spirits una piattaforma ampia e diversificata per la promozione e il networking, oltre alla possibilità di raggiungere un pubblico più vasto e differenziato.
In questo contesto di crescente interesse per il settore della mixology nelle manifestazioni fieristiche, la Fiera di Rimini si è distinta come pioniera con l’inserimento del Mixology Village all’interno di Beer&Food Attraction, uno dei più importanti eventi del settore food&beverage in Italia.
Quest’area dedicata alla mixology, si è affermata come punto di riferimento per i professionisti del mondo beverage. Il suo evento di punta, il Mixology Circus, giunto alla sua terza edizione, conferma il ruolo strategico di Rimini come hub nel settore beverage. Ruolo che viene ulteriormente confermato dall’Horeca International Meeting che riunisce l’intera filiera del beverage.
Anche a Hospitality il Salone dell’Accoglienza, che si tiene a Riva del Garda, da oltre dieci anni punto di riferimento per gli operatori del comparto fuoricasa, c’è un’area in costante sviluppo dedicata al mondo degli spirits: Pianeta Mixology, per vivere esperienze sensoriali alla scoperta del cocktail d’eccellenza con spazi di formazione nella Mixology Arena
È interessante notare come queste operazioni promosse dalle fiere di settore, rifletta una potenziale crescita del mercato italiano degli spirits, che si sta allineando con i trend globali e che offrirà nuove opportunità di business e innovazione per tutti gli attori della filiera.
L’arte della mixology
Quell’affascinante arte di miscelare bevande alcoliche che oggi caratterizza i locali più trendy, affonda le sue radici nella vivace New York del XIX secolo. Fu proprio qui che Jerry Thomas, considerato il padre indiscusso della miscelazione moderna, rivoluzionò il mondo del beverage con la sua creatività e il suo talento. Nei primi decenni dell’Ottocento, Thomas trasformò il semplice atto di servire alcolici in una vera e propria forma d’arte. Le sue creazioni innovative non si limitavano a mescolare liquori a caso: ogni drink era il risultato di un attento studio delle proporzioni, dei sapori e delle tecniche di preparazione. I suoi cocktail, frutto di sperimentazioni audaci e intuizioni geniali, si diffusero rapidamente oltre i confini di New York, conquistando prima l’America e poi il mondo intero. Il suo approccio pionieristico ha gettato le basi per quella che oggi conosciamo come mixology contemporanea.
L
Pubblicato da Dammiundrink.it